Trattamenti immunosoppressivi dopo trapianto di fegato: risultati dello studio CESIT
Nell'ambito del progetto CESIT, il DEP Lazio ha condotto uno studio osservazionale in quattro regioni italiane tra il 2009 e il 2019, esaminando l'uso dei trattamenti immunosoppressivi dopo trapianto di fegato in 750 pazienti con cirrosi e 1159 con carcinoma epatocellulare (HCC).
L’obiettivo era confrontare i profili di rischio/beneficio dei trattamenti, in particolare quelli basati su Tacrolimus (che negli anni ha visto un uso crescente in combinazione con altri farmaci, come Micofenolato e inibitori mTORi), rispetto alla monoterapia.
I risultati hanno mostrato che, nel tempo, la monoterapia a base di Tacrolimus è stata utilizzata nel 40% dei casi, mentre il ricorso a politerapie con aggiunta di ulteriori immunosoppressori è aumentato. È emerso un rischio maggiore di mortalità nei pazienti con cirrosi trattati in monoterapia rispetto a pazienti sottoposti a Tacrolimus in associazione a Micofenolato. Non sono stati evidenziati ulteriori profili di rischio tra le diverse combinazioni immunosoppressive analizzate.
In conclusione, lo studio suggerisce un cambiamento nelle pratiche terapeutiche post-trapianto, con preferenza per le terapie combinate rispetto alla monoterapia. L’aumentata mortalità nei pazienti cirrotici sottoposti a Tacrolimus in monoterapia necessita però di ulteriori approfondimenti al fine di ottimizzare i piani terapeutici rivolti ai pazienti dopo trapianto di fegato.
Eventi di pioggia e mortalità giornaliera in 645 località
Il DEP Lazio ha preso parte a uno studio (pubblicato su BMJ) che ha esaminato le associazioni tra le precipitazioni giornaliere (intensità, durata e frequenza) e la mortalità per tutte le cause, cardiovascolare e respiratoria, in 645 località di 34 paesi, tra il 1980 e il 2020.
Durante il periodo di studio, sono stati identificati un totale di 50.913 eventi di pioggia con un periodo di ritorno di un anno, 8.362 eventi con un periodo di ritorno di due anni e 3.301 eventi con un periodo di ritorno di cinque anni.
Gli eventi di pioggia estrema sono stati associati a un aumento della mortalità totale, cardiovascolare e respiratoria. Piogge moderate (periodo di ritorno di 2 anni) mostrano effetti significativi solo sulla mortalità respiratoria. Lo studio evidenzia inoltre che i rischi variavano anche in base al clima locale, alla variabilità delle precipitazioni e all’uso del suolo e alla vegetazione presente in area urbana, ma non erano influenzati da densità di popolazione o livello di reddito.
27 novembre 2024: Workshop RRDTL - Registro Regionale Dialisi e Trapianto Lazio
Giovedì 27 Novembre 2024 dalle ore 14.30 alle 18-30, presso la Sala Basaglia del complesso di Santa Maria della Pietà (Piazza Santa Maria della Pietà 5, Roma), si terrà il workshop del Registro Regionale Dialisi e Trapianto Lazio - RRDTL "Rapporto annuale e percorso di cura del paziente con insufficienza renale cronica".
Il workshop è rivolto al personale sanitario che opera nei Centri Dialisi del Lazio e ai professionisti sanitari dedicati alla gestione e trattamento dei pazienti con malattia renale cronica nelle diverse fasi. La registrazione dei dati relativi alle prestazioni dialitiche è parte integrante del Registro Regionale Dialisi e Trapianto Lazio (RRDTL), istituito con Legge Regionale n. 9 del 24 dicembre 2010, articolo 2 (commi 21-24). Il Registro, attivo dal 1994, è stato rilanciato nel 2013 e rappresenta un esempio rilevante di integrazione dei sistemi informativi con dati clinici.
Il workshop è l’occasione per presentare e discutere i dati contenuti nel rapporto tecnico del RRDTL 2024, raccolti dai centri dialisi e per confrontarsi sul tema del percorso di cura del paziente con malattia renale cronica.
Ambiente e Salute: Seminari di aggiornamento per il Servizio Sanitario Regionale e l’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale
L'8 novembre, il 22 novembre e il 6 dicembre 2024 si terranno dei webinar nell’ambito delle iniziative di formazione "Ambiente e Salute", previste dal Piano Regionale della Prevenzione.
Questi tre seminari presenteranno lo stato dell’arte delle conoscenze sulla relazione ambiente-salute per argomenti selezionati, ovvero i principali fattori di rischio ambientali (inquinamento atmosferico, cambiamenti climatici, rifiuti, salute delle città) limitatamente ad evidenze consolidate, pubblicate e condivise in ambito scientifico.
Ciascun seminario consiste in lezioni tematiche alle quali si affiancheranno lavori di gruppo e discussione generale per una formulazione condivisa dei messaggi chiave per ciascun tema.
A questo link tutte le informazioni e il programma dettagliato.
Il ciclo di seminari è gratuito, ma è necessario compilare il form di iscrizione.
Inquinamento atmosferico e mortalità per causa in cinque studi longitudinali metropolitani italiani
Numerosi studi epidemiologici hanno dimostrato gli effetti avversi dell’inquinamento atmosferico sulla salute umana, tuttavia in Italia non erano mai stati condotti studi multicentrici con coorti longitudinali su esposizione cronica e mortalità.
Il progetto BIGEPI ha esaminato pertanto la relazione tra esposizione di lungo periodo all'inquinamento (PM10, PM2.5, NO2 e ozono relativo alla stagione calda) e mortalità per cause non accidentali, cardiovascolari e respiratorie nelle città di Torino, Bologna, Roma, Taranto e Brindisi. Sono stati analizzati più di 2,7 milioni di soggetti adulti, seguiti nel tempo dal censimento del 2011 fino al 2018-2019.
Ogni incremento di 5 μg/m3 di PM10, 1 μg/m3 di PM2.5 e 10 μg/m3 di NO2 è risultato associato a un aumento del rischio di mortalità non accidentale, cardiovascolare e respiratoria, con associazioni stabili anche dopo aggiustamenti per altri inquinanti.
I risultati dello studio rafforzano le evidenze di un rischio di mortalità associato all’inquinamento atmosferico in Italia, nonostante il calo dei livelli di esposizione negli ultimi anni.
Inquinamento atmosferico e rischio di cancro al polmone: risultati dallo studio ELAPSE
Nell’ambito dello studio ELAPSE, a cui il DEP Lazio ha preso parte, è stata analizzata la relazione tra esposizione a lungo termine all’inquinamento atmosferico ed incidenza e mortalità di tumore polmonare in quattro grandi coorti amministrative europee (Danimarca, Inghilterra, Norvegia, Roma).
L’esposizione a lungo termine a particolato fine (PM2.5), biossido di azoto (NO₂) e black carbon (BC) è risultata associata a un aumento del rischio di cancro, con effetti simili per incidenza e mortalità, anche a livelli di inquinamento bassi. In particolare, ogni incremento di 5 μg/m³ di PM2.5 e di 10 μg/m³ di NO2 aumenta il rischio di tumore polmonare rispettivamente del 14% e del 10%. Lo studio evidenzia la necessità di ridurre i livelli di inquinamento atmosferico al di sotto delle soglie identificate dalla Organizzazione Mondiale della Sanità nella recente revisione del 2021.
Lo sviluppo di un documento di raccomandazioni in un contesto di emergenza
In Italia l'8,4% della popolazione residente è costituito da cittadini stranieri. La pandemia di COVID-19 ha reso più difficile per gli immigrati accedere ai servizi sanitari, a causa di barriere linguistiche e culturali.
Il progetto CCM "Sorveglianza epidemiologica e controllo del COVID-19", sostenuto dal Ministero della Salute, è stato sviluppato per ridurre l'impatto della pandemia sugli immigrati in contesti urbani.
Per rispondere a uno degli obiettivi del progetto, ovvero la formulazione di un documento di raccomandazioni, è stato adottato un metodo modificato per l'adozione e l'adattamento di linee guida già esistenti. Il presente lavoro illustra il metodo utilizzato per la stesura di raccomandazioni in un contesto di emergenza. A febbraio 2022 è stata condotta una ricerca su banche dati scientifiche e siti di organizzazioni internazionali (OMS, ISS, CDC) per identificare linee guida già esistenti sulla gestione e prevenzione del COVID-19 tra gli immigrati. Le raccomandazioni sono state adattate e valutate da ricercatori ed esperti, con l'obiettivo di produrre documenti che possano guidare la gestione sanitaria degli immigrati in Italia e promuovere un approccio inclusivo in situazioni di emergenza.
Associazione tra suicidi, festività e giorni della settimana in uno studio globale
Il DEP Lazio ha preso parte a uno studio basato su dati di 740 città in 26 paesi del mondo, nel quale sono stati valutati i trend temporali dei suicidi attraverso un’analisi di serie temporale tra il 1971-2019.
Lo studio ha evidenziato un trend settimanale nel rischio di suicidio, con picchi il lunedì rispetto agli altri giorni della settimana lavorativa. Per quanto riguarda il rischio nel fine settimana lo studio ha evidenziato trend differenti tra Europa, Asia, Australia e Nord America, con valori più bassi nel fine settimana, rispetto al centro e sud America e Sud Africa dove di registra un rischio maggiore nel fine settimana. Considerando le festività, complessivamente si osserva un rischio maggiore in concomitanza con le festività di fine anno (capodanno). Questi risultati evidenziano l'importanza di misure di prevenzione di sanità pubblica e campagne di sensibilizzazione sulla tematica.
Estate 2024: sintesi dei risultati dei Sistemi di Allarme, del Sistema di Sorveglianza della Mortalità Giornaliera e Accessi in Pronto Soccorso
L'estate 2024 ha fatto registrare temperature superiori ai valori stagionali, ma nonostante ciò l’impatto sulla salute in termini di eccessi di mortalità è stato contenuto (+2%) e concentrato nei mesi di luglio ed agosto, quando si sono verificate le ondate di calore di particolare intensità e durata associate a livelli 2 e 3 di allerta dei sistemi HHWW del Ministero della Salute.
Le aree particolare interessate dal caldo sono state le città del Centro-Sud, dove si è registrato anche un maggior eccesso della mortalità ad agosto (+13%).
Per la sintesi completa vi rimandiamo al portale caldo del Ministero della Salute:
https://www.salute.gov.it/portale/caldo/dettaglioPubblicazioniCaldo.jsp?lingua=italiano&id=3486
Stima dei disturbi dello spettro schizofrenico nel Lazio
L'assistenza per la salute mentale sta subendo importanti cambiamenti a livello globale, richiedendo approcci basati su evidenze e dati epidemiologici aggiornati a livello locale.
Il DEP Lazio ha pertanto condotto uno studio che ha stimato la prevalenza dei disturbi dello spettro della schizofrenia (SSD) nella regione Lazio, utilizzando i database sanitari regionali tra il 2006 e il 2019.
Sono stati identificati 18.371 casi (persone di età compresa tra 15 e 64 anni), con una prevalenza complessiva di 5,03 per 1000 residenti. La prevalenza aggiustata per età era maggiore negli uomini (5,92 per 1000) rispetto alle donne (4,18 per 1000) e più alta tra le persone di età avanzata in entrambi i sessi. Si osserva una eterogeneità tra le aree regionali, con il valore più elevato nella provincia di Frosinone (6,02 per 1000). Le condizioni più frequenti erano schizofrenia, disturbo schizoaffettivo e psicosi NAS. A fronte della probabile sottostima della prevalenza dovuta alla possibilità di tracciare solo i pazienti che accedono all’assistenza sanitaria, i database amministrativi si confermano strumenti preziosi per la sorveglianza epidemiologica e la pianificazione dei servizi.
L'impatto relativo delle componenti di alto rischio residuo sulla prognosi a lungo termine dopo AMI
La riduzione della mortalità a lungo termine dopo infarto miocardico acuto (IMA) è meno marcata nei pazienti con insufficienza cardiaca (IC) e/o alto rischio trombotico residuo (HTR).
Il DEP Lazio ha preso parte a uno studio su pazienti ricoverati nel 2014-2015, il quale ha classificato i casi di IMA in quattro categorie: non complicato, con HTR, con IC e con HTR+IC. Il rischio di eventi cardiovascolari maggiori (MACCE) a 5 anni era aumentato del 74% per HTR e del 75% per IC, mentre la combinazione di HTR e IC raddoppiava il rischio.
Prevalenza, incidenza e mortalità della miastenia gravis e delle sindromi miasteniche
Negli ultimi anni non sono state pubblicate sintesi della letteratura sull’occorrenza della Miastenia Gravis (MG) e sindromi correlate. Il DEP Lazio ha pertanto preso parte a una revisione della letteratura per stimare la prevalenza, l’incidenza e la mortalità della MG e delle sindromi miasteniche a livello globale.
Per tutte le MG, dei 94 studi inclusi nella revisione, 59 studi hanno stimato una prevalenza media di 173,3 casi per milione mentre un'incidenza media pari a 15,7 casi per milione anni persona (n=50 studi)e una mortalità media di 1.4 casi per milione anni-persona (n=16 studi). La MG-AChR è risultata la forma più frequente. Negli ultimi anni la prevalenza e l'incidenza della MG sono aumentate, probabilmente grazie ai progressi diagnostici e ai metodi epidemiologici. Si osserva comunque una significativa variabilità tra aree geografiche, in parte dovuta a differenze metodologiche e alla complessità della malattia.